C'era una volta un ragazzo grigio che fumava, seduto su una pianta. La pianta sorrideva immersa nella sua vasca di umiltà, piantata sulla collina dal vento e dalla forza della pioggia cullata, e saziata.

Questo ragazzo con i capelli grigi si chiedeva se fumare tanto fosse una soluzione per i suoi problemi. Il suo problema maggiore era non avere nessun problema, e non essere concreto, gli dicevano gli altri.

Non aveva scarpe ai piedi, sempre a piedi nudi camminava, con pantaloni stracciati marroni, e una camicia aperta sul petto, il vento poteva accarezzarlo, e lui poteva scappare con la fantasia, quando un lavoro pesante era obbligato a fare.

Un giorno si svegliò, sul ramo più alto dell'albero che a fatica lo reggeva, lasciandolo ondeggiare al vento arrampicato sulla collina, il ragazzo piangeva mentre si svegliava, c'era una spina nella sua schiena, una spina blu.

Capita spesso di trovare spine blu, per praterie o castelli diroccati, specie se non si hanno scarpe ai piedi, e non si dispone di corazze come tanti altri pesanti e cigolanti cavalieri, suoi amici, che a volte andavano all'estero a fare fortuna e tornavano con le fortune, la faccia invecchiata, le nuove rughe a farli più maturi agli occhi delle loro mamme.

I pitoni gialli serpeggiano spesso per le colline verdi, sotto cieli azzurri di lillà, e fiori, margherite aranci in fiore. e Pitoni gialli.
un pitone giallo un giorno arrivò sotto la pianta del ragazzo Grigio e il dialogo fu semplice e pauroso:

pitone giallo: io adesso vengo li e ti mangio
ragazzo grigio: non hai niente di meglio da fare?
pitone giallo: ho sensi di colpa per aver mangiato la mia migliore amica, la pecora Rosa, e ora ho ancora fame.
ragazzo grigio: io non sono tuo amico, perchè mangiare me? non faccio male a nessuno, sto sul mio albero, in pace.
pitone giallo: le tue lacrime sono colate sulla terra, e nella terra filtrate, formato un fiume sotterraneo, inondato la mia palude a valle.
ragazzo grigio: che colpa ho di aver inondato la tua palude allora?
pitone giallo: hai colpa d'aver dato speranza a pesci in secca, e pitoni assetati.
ragazzo grigio: è una colpa? sono stupito.
pitone giallo: sei anche stupido, perchè non capisci. per questo io sono venuto a mangiarti.
ragazzo grigio: e se non scendessi?
pitone giallo: io salirei.
ragazzo grigio: come posso fare allora per salvare la pelle?
pitone giallo: da quando tieni a quella pelle? giù a valle ti davano tutti per perso ormai, in una valle di dolori privati.
ragazzo grigio: vorrei essere lasciato in pace col mio dolore.
pitone giallo: non è possibile, io sono stato creato per darti una mossa, in fondo, è il mio mestiere scatenare casini, mi piace.
ragazzo grigio: capisco, quindi?
pitone giallo: quindi questo è il punto in cui io ti faccio scegliere, o scendi, o mi ascolti.
ragazzo grigio: sai, non mi sembra una scelta pari.
pitone giallo: io so, tu non sai. puoi scegliere, comunque.
ragazzo grigio: vorrei essere su un altra pianta. vorrei saper volare nel cielo e scappare da questa questione.
pitone giallo: vorrei poterti insegnare. ora decidi.
ragazzo giallo: ti ascolto.
pitone giallo: ok, allora prima scendi dall'albero che serve essere pari per poter parlare.
ragazzo giallo: se scendo tu mi mangi.
pitone giallo: se non scendi ti mangio comunque.
ragazzo giallo: io scendo, ma ho come l'impressione d'essere stato fregato.

così il ragazzo scese dall'albero e mentre i suoi piedi strusciavano la corteccia ruvida sentì la pelle strapparsi, e lasciò sangue un po per tutta la corteccia. una cosa molto triste a vedersi, e in qualche modo grottesca.

"fai cosi tutte le volte?" chiese il serpente Giallo.
"solo quando sono distratto" rispose il ragazzo Grigio.

a questo punto cominciò un battibecco serrato, fra i due, e noi possiamo immaginare una persona discutere con un serpente, e in qualche modo anche un serpente prendere voce e farsi capire dalla persona.

"quindi mi raccomando, 3 kg di burro e uno di pane" concluse il serpente Giallo.
"e questo cosa centra con tutta la nostra discussione filosofica?" chiese il ragazzo Grigio.

Sul serpente scese una pace zen, spuntò una piccola aureola e fiorirono quattro tulipani.
tutti questi effetti speciali per far capire che qualcosa di nuovo succede, e la gente spesso si fa fregare dagli effetti speciali.
perchè il ragazzo era sceso dalla pianta, e in effetti, era l'unica cosa importante.