chiudi il finestrino, per piacere, che l'aria e il rumore di fuori,
mi arrivano tutti sul collo. tira anche la tenda, già che sei lì in piedi,
che fuori è troppo buio, e il blu della notte fa paura.

chiudi va, e lasciami solo le luci gialle del treno, di dentro il treno.
e lasciami andare, tranquillo con la musica, e con i cioccolatini
nella pancia. lasciami andare coraggioso.

possibile.

con la quiete del mare nella mia pancia, del mare di notte, che
non fa paura, magari solo freddo e salmastro. con i lampioni della
ringhiera, e i fischi del vento.

e bambini che lanciano bottiglie in mare, e mazzi di carte
che volano, e si perdono nel nero bastardo.

i chicchi di riso del matrimonio ancora in tasca.
le pietre dei passi tra le dita, nei sandali estivi,
il sale e la rabbia nei capelli asciutti e duri.

parole senza sentimenti,
e una maschera bianca,
senza lacrime,
senza lacrime ho detto.

senza lacrime,
ti prego.

prendi, una molletta, l'avevo dimenticata in tasca, anche lei.
è sporca, fra l'altro, appiccicosa. ma tu tienila lo stesso,
ti ricorderai di me, quando stenderai qualcosa a casa,
quando avrai i tuoi santi cinque minuti proletari,
di vigore anti-sistema, mentre appendi i miei vestiti.

e io faccio il nostro letto, e prego
non arrivi domani.

ti prego. non avere mai senso.
non averne mai. non possedere cose degli altri.
delira fin che puoi.

adesso lascialo lì ancora un pò.
dopodomani togli l'elefante dalla scansia.
piega la schiena e il collo.
recita mantra al positivo.
recita mantra al positivo.

domani arriverà e avrò una nuova sorella.
e anche se non capisco, è così.

abbiamo dimenticato giusto e sbagliato,
siamo solo padroni delle nostre paure,
solo padri delle nostre vergogne.

e che tu ci metta sangue o no, che sia cruenta
la tua sofferenza o patinata,
adesso anche io vorrei solo un tuo abbraccio.

e magari un leggero velo di speranza.
bianca, e il cielo terso.
e tutti gli stereotipi del mondo ad affollarmi
e a tagliarmi via
questo saio ruvido.

che sarebbe anche ora di metterlo via.
naftalina.

e via.

maledetto saio di merda.