Parma P.A. 31 marzo 2003
dentifricio,
spazzola,
spazzolino per il water,
cesto biancheria sporca,
pinzette unghie,
spazzola gatto,

fiori mamma,
fiori eloisa,
fiori silvia?

consegnare orari obiettore
abbonamento treno

passare a casa, portare
pc,
deodorante,
tappetino bagno,
saponi,
cuscini decenti,
lenzuola,
telefono,


mi sembra di giocare ad un gestionale anni 90, tipo Sim City. Fai la polizza dell'auto trova la piu conveniente, fai calzare affitto, pranzi e cene, bollette e animali domestici: paga tutto col tuo stipendio mensile. una serie infinita di parametri e quadratini da spuntare.
Da da qualche ora, di fronte al monitor ho un solo grande desiderio, di tornare tra le sue braccia, nudi, e tiepidi fra le coperte del mattino.
La luce era azzurra tra le tende, il profilo del gatto arrotolato fra le nostre gambe, il cuscino troppo alto e un vago mal di collo, la sua pelle liscia, lì di fianco, il suo abbraccio, qui. Tutto il mondo, fuori dalla porta, e tanta voglia di affrontarlo, pensando già alla sera, di ritorno a casa. Mi mangio le unghie senza sosta pensando.
Intanto faccio una lista delle cose che servono subito, e penso a quelle che mi serviranno, tipo un lavoro comodo. Tante incertezze e vecchie paure oggi sono spettri. Spettri bianchi nell'aria. Fumo di sigarette già fumate. Anche le preoccupazioni oggi sono accettabili, anche le preoccupazioni hanno un senso con Lei, a casa che mi aspetta. Quasi mi sentirò abbandonato mangiando quel panino in qualche bar quà attorno. E sarò timido e schivo, avrò voglia di proteggere con le unghie quel grammo di tesoro che ho trovato. E tenere alla larga tutti, dalla mia vittoria quotidiana.
La voglia di un formaggino che si scioglie sulla scrivania, le forme degli oggetti comuni appoggiati qua e là. Un cellulare vuoto che aspetta una chiamata. Cominciare un lavoro nuovo tutti i giorni, trovare persone nuove tutti i giorni. Orari da pendolare, pasto da pendolare, dotazione fisica da uomo medio, uno e settanta, sessanta kili con panzetta, ventuno anni.
Ventuno anni di vita e un lavoro, e una casa, e una macchina, e tanti oggetti. tanti.
Ventuno anni e qualche paura.
Ventuno e rendersi conto delle scelte, ventuno e trovare a casa un bacio che mi aspetta.
Ventuno con la passione per lo scrivere cose da niente, disegnare senza aver fatto scuole, cantare continuando con le lezioni, nessun maestro di vita.
Castrati tutti i maestri di vita, evirati dalla mia, di vita.
Padre compreso, Madre compresa.

Si, scelte positive, oggi sto meglio di ieri.
Problema, tempo. Quando mettere a posto casa? Come trovare la forza, o il coraggio? Come affrontare quel muro di preoccupazioni, fra durerà il nostro "Noi" e quali e quante bollette? basterà lo stipendio? e io dove sono, voglio vacanza? mi basta questo lavoro? cosa ho voglia di scoprire oggi? Le mie ascelle sanno di Kebab, o il Kebab sa delle mie ascelle?



Internet 26 marzo 2003
Andrea: divertito ieri sera vero?
Simo,.: figa non ero dell'umore giustoper divertirmi
Simo,.: ho troppe cose per la testa
Andrea: no fidati di me quel gioco fa cag... ah sono il ciubs
Andrea: ciao
Simo,.: poi tornato a casa ho discusso con la tipa
Simo,.: ciao andre :)
Andrea: ahi ahi che tia ha detto?
Simo,.: cioè io mi sto cagando in mano, per questa cosa di abitare assieme, e ancora ieri sera ho tirato fuori un po di incertezza
Simo,.: figurati ceh abbiamo programmato che lei venga su sabato
Simo,.: cioè io mi metto nei suoi panni, sta per venire su per quattro mesi e si becca un ragazzo che le dice ... ma non so...
Simo,.: e tutte le mie paure del menga
Andrea: nn e' da molto che state insieme lei abita lontano e ma gari prendere un' appartamento e' un po' costoso..
Simo,.: e quindi alla fine, mentre stavo entrando in un circolo vizioso di paure tutte mie, e seghe mentali mi ha buttato giu il telefono e non ha piu risposto
Simo,.: non spendiamo quasi niente perchè andiamo da mia mamma
Andrea: lei pero' ha quasi trent' anni le tue paure nn le comprende perche le ha gia superate
Simo,.: dici?
Andrea: io a trentanni sarei gia strapronto per andatìre ad abitare via
Simo,.: è ma lei abita via
Andrea: sempre che nn l' abbia gia fatto
Simo,.: appunto..
Andrea: intendevo io prima dei 30...
Simo,.: quando?
Andrea: comunque sono decisioni a cui lei ha gia sicuramente pensato ..il lavoro le spese la vita
Simo,.: e allora dove sta il problema?
Andrea: in te che nn ti decidi e ti fai vedere impaurito
Simo,.: a
Andrea: dimmi quale sono le tue intenzioni... se ne hai voglia
Simo,.: voglio andare via di casa
Andrea: solo questo ? nn e' abbastanza penso
Simo,.: voglio stare con lei
Andrea: e' gia qualcosa ...
Simo,.: di più di adesso
Simo,.: adesso un weekend è troppo poco
Simo,.: e andare nella casa di tabiano è una bella soluzione, costa poco, e starei più tempo anche con mia mamma e mia sorella, che adesso mi mancano molto
Simo,.: insomma va tutto bene. ma io non sono felice
Andrea: da quanto state insieme? anzi se sei sicuro almassimo e piu che vederla tutti i giorni nn affievolisca i tuoi e i suoi sentimenti allora credo che andare ad abitare via insieme sia giusto
Simo,.: e ieri gliel'ho detto, le ho detto che non sono felice, e lei s'è sparata un colpo in testa.
Andrea: la tua infelicita secondo me e' ansia per una grande decisione
Simo,.: nel senso che ha sofferto tantissimo, cioè immagino una che mi dice cosi, mentre stiamo per andare a vivere assieme
Andrea: nn sia il massimo
Simo,.: però porcodio perchè ti devi intristire anche tu
Andrea: io?
Simo,.: cioè se ti intristisci anche tu, è finita
Simo,.: no, dico lei
Andrea: ah ah
Andrea: ok
Andrea: simo nn e' colpa sua
Simo,.: però insomma si è intristita anche lei alla fine
Simo,.: è... sono un po stronzo forse
Andrea: penso di si e' per questo che devi tirare furi le palle nn solo per sbattacchiarle
Andrea: nn c' e' un forse ne un ma c' e' solo si o no
Andrea: se si da cio' derivano una marea di responsabilita' nei suoi confronti
Andrea: che devi ben soppesare
Andrea: pianificare
Simo,.: si è giusto
Simo,.: ma queste cose le so
Simo,.: è per questo che sono preoccupato
Simo,.: e poi ci sono tutte quelle che non so, che mi spaventano ancora di piu
Simo,.: hai ragionea
Simo,.: è ora di ri-tirare fuori le palle
Andrea: si
Simo,.: si
Simo,.: vediamo se sono grosse abbastanza
Andrea: un attimo..
Simo,.: che?
Andrea: senti domani ti va una birra?
Simo,.: anche oggi
Simo,.: però si, anche domani
Simo,.: mi sa che non ci vado piu a giocare a quel gioco la..
Andrea: se si ci sent ora devo scappare a magna' ciao
Simo,.: ciao e grazie!!
Simo,.: sei un amico
Simo,.: .
Andrea: grazie



Parma 21 marzo 2003

non dormire, non addormentarti mai. non mollare la presa.
tieni la corda fra i denti. stringi.
non vedo niente, non ho più una corda fra le mani.
allora resisti, corri forte, lascia il tuo mostro indietro.
ho paura
no, coraggio, non c'è spazio per altro.
crepa piuttosto,
si, non finirà mai.
e io non cederò mai.
e quando cederò, sarò pronto,
a ricominciare.

Niente scritte sul blocknotes, un po mi dispiace. Quanto di non essere ancora andato in piscina dopo tante mezze promesse.
Mi piace dormire a casa di Luca, con i supergiovani che si svegliano al mattino, e ti senti come in un film, come vivere il più bello dei film generazionali, alla faccia dei mezzi registi.
Quasi mi piace cagare in ufficio, oggi che ho la pancia girata.
e da morire mi piace uscire di casa e trovare la città, un po inquinata che già corre come un motore caldo da un paio d'ore, i giovani e le bandiere della pace. mi piace perfino il mio riflesso sulle vetrine, e camminare con Luca, che sembra un po rincoglionito. E' stata una bella sera, con tanto di telefonata chiarificatrice pacificante dell'Elo. e mentre chiudevo il telefono respirando ho pensato la amo quando fa così.
che chiama mezz'ora dopo la discussione, e nella voce ha tutta la dolcezza del mondo. come quando si litiga di persona, e magari quella sera pensavo già che avrei dormito da solo nel mio angolo, e invece me la trovo sulle spalle, col cuore che batte e il respiro sul collo. e penso si, ti amo quando fai cosi. e già ho poche parole, ma tu mi togli anche quelle poche.
c'è il sole che si fa rispettare e batte sui vetri sporchi dell'ufficio e sulle sbarre delle inferiate, e sui portoni delle case vecchie di Parma, e sulle teste di quelli che escono di casa per andare in ufficio. il sole fa riflesso sugli attaccapanni d'acciaio degli uffici, e vorrebbe sulle poltrone opache. prima ancora di poter cominciare, a respirare, sei già seduto, con quello strano senso di felicità che hai rubato alla città.
dura poco, dura fino a quando tento di tenerlo legato. allora, appena mi accorgo che sta scappando lo tengo stretto, e mi soffoca tra le mani. in un attimo sono ancora solo, in attesa di un refresh.
(The Police, Live!, disco 2)

Parma, 18 marzo 2003
io li ho visti sai? Il nonno, la Lalla, mio fratello, tutti quarant'anni dopo.
stanno in tanto così sai? ed è cenere. cenere bianca.

L'hai mai vista, la cenere, sì?
ecco allora ti dico, facciamo tanto i cattivi, tante cose,
e poi è lì che finiamo, tutti, capito.

e allora io cosa dovevo fare? tenere il muso a mio fratello per 4 milioni?
no vè, lui si tiene i soldi, a me basta non dover chiedere.

ecco chiedere agli altri, dieci mila lire al mese, quello mi darebbe fastidio,
ma fin che posso, senza chiedere, questo mi basta.
io ho i miei soldi, i miei figli hanno i loro, e si tengono i loro.

hai capito Simone?

hai capito?