25 marzo 2004 - io odio quel treno perchè sognavo di prenderlo
per scappare, e non l'ho mai fatto.
24 marzo 2004 - io odio gli eurostar, e come pensavo qualche secondo
fa, prima di salutare il gatto dino, dopo aver alzato la tapparella,
è uno di quegli odii che non servono per definire una persona,
tipo io sono quello che odia le fragole, il mio è un odio che
si rinnova ogni volta io salga o veda quel maledetto treno. per tantissime
condivisibili ragioni, perchè detesto il fatto che esistano treni
di serie A e serie B e che quelli di serie A come l'eurostar prendano
sempre la precedenza su quelli di serie, B che per costruzione sarebbero
anche in orario, e che ritardano per dare la precedenza ad un eurostar
in ritardo, poi ci sto fottutamente (lo so che questo è un termine
meta americano e meta puerile, ma tanto stamattina mi sono svegliato
storto) fottutamente scomodo, ogni volta che mi siedo non so dove cazzo
mettere le gambe, che non sono cosi lunghe come pensate, mi si infila
il culo ad imbuto in quei sedili forse belli e scomodi, e poi c'è
sempre casino l'openspace è la madre del caos, le porte che si
aprono le senti ogni cazzo di volta ovunque tu ti trovi sul vagone,
e poi costa una cifra improponibile, e odio pagare per servizi che odio,
questo mi sta proprio sul cazzo, la prenotazione obbligatoria, il fatto
che sia pieno di gente con la puzza sotto il naso, gente senza scrupoli
alla quale quel cazzo di treno con quel design cosi pomposo magari piace
anche! gente contenta di pagare un sovraprezzo ingiustificato, treno
di prima classe coi cessi sporchi comunque, treno di prima classe che
si permette addirittura di avere una primissima classe quella coi sedili
rossi e la presa della corrente per farti la barba prima di arrivare,
attaccare il portatile o il cellulare. eppure io a belluno ci andro
con l'eurostar, che non ho potuto prenotare perchè io ho scelto
di non avere una cazzo di carta di credito, e quindi me lo sono fatto
prenotare dalla mia donna il posto, è stata gentile e ha prenotato
anche il mio viaggio, nonostante si vorrebbe un uomo indipendente che
tu gli dici ci vediamo la alle ore Z e lui arriva perfettamente in autonomia
dal mondo, volando. io quell'uomo li quando si parla di eurostar non
lo sono. perchè mi si deve costringere per salirci, e anche quando
sarò salito mi lamenterò alla follia, perchè non
saprò dove mettere le gambe, perchè se il tedesco di fianco
si toglie le scarpe non mi posso spostare perche il mio è un
cazzo di posto prenotato, perchè mi diventa il culo ad imbuto
dopo pochi minuti. eppure io saro a belluno fra un paio di giorni all'ennesima
conferenza, dici la tieni una conferenza, ti fa anche piacere andare,
e invece no, la tiene la mia donna e io sono il solito annoiato nel
pubblico che alla fine deve fare i salti per raggiungerla in mezzo alla
folla che la rinchiude di domande, precisazioni, aneliti, peregrinazioni
obbligate. poi non è vero che non mi piacciono i convegni, anzi,
ero lanciato con l'odio per l'eurostar, cosa non si fa per amore. come
quella volta che dal gioielliere volevo prendere una specie di ciondolo
carino per la mia donna, visto che era un anno dal primo bacio a bologna,
c'è mia nonna che litiga col vicino per la questione universale
della spanna di confine mia o tua e della pianta piantata sul confine
e non lo dovevi fare, e l'ho fatto. insomma il gioielliere mi chiede
ma il brillante lo vuoi vero o zircone? io ho immaginato che zircone
fosse sinonimo di finto, visto che era stato messo accanto al termine
"vero". la discussione di mia nonna col vicino butta male,
sento da lontano a finestra aperta i toni irrigidirsi, non che quello
del vicino sia mai stato piu tranquillo, e non che si possa fare meglio
parlando a trenta metri l'uno dall'altro. adesso si sono appena sfottuti
a vicenda, brava, bravissimo lei, arrivederci signora, salve. e cosa
fai, hai li di fronte la prova tangibile dell'amore, che lo sappiamo
tutti che l'amore è infinito e meraviglioso, e che non smetterà
mai, e che non è per niente collegato ad una cosa cosi stupida
e materiale come un diamante od un eurostar, ma potresti mai permettere
che la tua donna si accontenti di un regionale? mia nonna ha molta fame,
e allora adesso la porto a mangiare. mi manca da dire qualcosa ma non
mi viene in mente cosa, mia nonna mi fa, chi è quel muretto che
si è permesso di andare incontro la tua macchina, e adesso è
alla finestra che mi parla del litigio col vicino, ma mi sto disperdendo,
allora pubblico e via, questo ennesimo messaggio d'amore per il mondo.
porca vacca, c'è qualcosa che mi sono dimenticato. porca vacc
aggiornamento, la cosa che in realtà non sopporto è
fare la prenotazione, per l'eurostar sempre dico, questa cosa la devo
digerire, e si sa, i modi sono vari, il diario è uno di questi
e non so perchè neanche dovrei giustificare queste parole, forse
perchè sono che saranno piene di livore, comunque non sopporto
l'illusione che entra nella testa delle persone e che vedo chiaramente.
l'illusione che con una prenotazione risparmi tempo, che deriva dalla
semplice paura di non trovare posto. ti spiego se riesco, con questa
storia del treno che arriva mezzora prima e ti promette di non far ritardi
ti impongono la prenotazione obbligatoria. cosi tu perdi tempo per fare
la prenotazione, perdi tempo e tanto come ne ho perso io oggi per metterti
daccordo con una persona che è gia sul treno che devi prendere,
per fare in modo che la mia prenotazione sia vicina a quella della persona
che è gia sul treno che a sua volta ha una prenotazione e che
non si è ricordata per esempio di segnarsi il numero del posto,
non è questione di colpe bada bene caro lettore. sto aprendo
tutti i piatti che avevo surgelati nel frigo, te li sto mettendo sul
tavolo e te li apro uno per volta, ma stai assistendo alla preparazione
del pranzo, e non al pranzo vero e proprio e quindi non mangiare nessuna
di queste idee, perchè sono surgelate e ti potrebbero fare male
come lo fanno a me che tento di mangiarle quando sono ancora ghiacciate.
devo fare uno sforzo anche, e speriamo che il dio della musica mi aiuti.
è la libertà la cosa che vorrei tanto e che sento minata
dal fatto di avere una prenotazione, dal fatto che NON puoi prendere
il treno dopo o quello prima. se fossi uno stato io sarei una popolazione
nomade. è il fatto che quando viaggi per tutta la vita impari
a non dare importanza agli odori del corpo, impari che è perdere
tempo affiliarsi a quella logica di buon profumo collettivo che ci vorrebbe
tutti accasati con un deodorante, credo sia per questo che a nessuno
piacciono i nomadi, perchè puzzano. ed è vero, ragazzi,
è verissimo. anche io puzzo dopo due giorni di viaggio, figuriamoci
in viaggio da una vita. mica parlo delle condizioni igieniche, quelle
credo che siano abbastanza cotangenti dell'odore corporeo, ma comunque
esse non sono inficiate da questo odore. odori e pulizia e deodoranti
con fatto che a me sta sul cazzo essere legato ad un treno. e l'idea
di essere legato ad una persona come la mettiamo? comunque per i nomadi
il matrimonio è sacro, tanto sacro che vogliono sposarsi solo
tra di loro, non so cosa centri con la sacralità, ma so che loro
sanno cosa vuol dire essere schiavi di una prenotazione. e allora il
mio è un matrimonio tra un nomade ed una donna meravigliosa del
mondo occidentale, che va ad un convegno sul quale sono perplesso più
che altro perchè sono sempre un po ... presuntuoso? avrei voluto
che mi invitassero piuttosto che fare da spalla ad una prenotazione
in eurostar? insomma poi è un periodo difficile per i casi del
mondo sono ventigiorni che non ci vediamo e a me sembrano mesi, e anche
a lei sembrano mesi e tutto quello che mi passa il convento è
vederla per un'ora di treno che odio (il treno dico, ovvio no?) e due
giorni in cui dovrò condividerla, la mia donna dico, con tutta
una massa di pubblico e amici che carissimi per carità, ma sempre
condividere è, io che nomade come sono sono anche bello possessivo,
insomma, questa situazione di confivisione forzata con un eurostar,
treno che odio per inciso, mi fa irritare, anzi, mi fa pensare. e pensavo
quando ero in stazione a fare quella prenotazione, perchè come
è giusto lei ha prenotato per se, e io devo prenotare per me,
e nomade come sono odio anche le carte di credito, si, le visa, le master,
tutte, è un circuito di soldi di cui non mi fido, un metodo che
non approvo, e ditemi che sono antiquato, ma nel mio mondo futuro vedo
un circuito bancario fatto di soli bancomat, i piu piccini penseranno,
bel coglione che sei, carta e bancomat sono la stessa cosa, e nò,
coglioncelli, non sono la stessa cosa. uso questi termini perchè
non sono pienamente sicuro di quello che dico, e quindi voglio dare
piu peso alle mie parole con qualche insulto, insomma è l'idea
di carta di credito, che uno te la fotte e ti fa la tua firma e ti incula
due milioni, che è successo a G. e mi dispiace ancora un po per
lui. libertà, bancomat e amore. ecco l'amore è l'unico
legame che tollero, e anzi, non è che lo tollero, è che
non posso vivere senza, quell'amore senza legami, impossibile da pensare
da una mente come la mia fatta di fughe dai legami, e una vita nata
piena di legami con i posti, e con scambio di personalità tra
i posti e le persone che li abitano, case, due case le mie o forse tre,
nelle quali spostarmi a seconda, dovendo giustificare ogni mio spostamento,
perchè esso non comporta un solo allontanamento fisico ma anche
uno morale perchè lontano dagli occhi e lontano dal cuore è
vero solo quando fa comodo. e cosi guarda un po una cazzo di prenotazione
che di per se non avrebbe niente di male, credo, soprattutto se pensi
al mondo che vogliamo costruire, un mondo preciso e clinicamente testato
fatto di prenotazioni e niente piu litigi, le prenotazioni per allontanare
i litigi tra le persone, che cari i miei dirigenti FS, sono innati nell'uomo
o non so se sono indotti o meno, so che ha chiamato adesso mia nonna
per dirmi che mia sorella è sul traghetto per il ritorno dalla
grecia, ah che bello pero essere cosi consumisti da poterci spostare
e giustificare lo spostamento, i soldi, i traghetti e gli assegni circolari.
bancomat, amore, ocio a come sono collegati, banche e amore. amore insindacabile
direi il mio visto che mi sono comunque comprato la prenotazione, e
ho anche imparato mentre la facevo a non sentire castrata la mia libertà,
libertà che sarà sempre propria del mio cuore, e di nessun
eurostar, libertà che potrà essere rediretta da un solo
grande bene, questo amore che mi fa prenotare, e prenoterei ancora già
che ci sono, altre due volte. si scherza? ma si che si scherza, sono
obbligato a scherzare, scherzo con le manette, non è vero neanche
questo, faccio gli scherzi. insomma mi immaginavo una società
di persone che fanno le prenotazioni per fare tutto e usano il doppio
del tempo che usiamo oggi per comprare un biglietto. sai come fanno
in belgio? ti danno un biglietto a zone, anzi a regioni, te paghi per
arrivare in quella regione e poi vai un po sulla linea quasi dove cazzo
ti pare, basta che il ritorno lo fai il giorno stesso, se lo vuoi fare
il giorno dopo devi fare due biglietti di andata. c'entra? il controllore
visto che noi eravamo e siamo ancora italiani e non nomadi, ci ha concesso
comprensione e ci ha detto non pagate niente, andate. evviva i controlli
belgi. anche da noi ogni tanto i controllori sono brave persone, altre
sono incazzati col mondo, un po come tutti gli altri cristi. il risultato,
tanto per arrivare in fondo a questa considerazione è che ho
una prenotazione e spero di arrivare la dove devo arrivare e spero di
stare vicino alla mia donna nel tempo che lei mi concede, e nel tempo
che il mondo ci concede, perchè anche lei povera crista rimbalza
da una parte all'altra d'italia, e ha tante cose da fare. e anzi adesso
gia che ci sono scrivo qui quella cosa che non mi si deve mai e poi
mai dire perchè io mi incazzo come una iena quando la mi si dice,
quando mi si dice "perchè tanto tu non hai niente da fare".
questa è una frase che detesto per una serie di buoni motivi
che non vorrei giustificare, ma che comunque sono presenti in me. per
esempio il fatto che se come dici tu caro mondo "io non ho niente
da fare" ti dovrebbe far pensare anche un altro pensiero che dovrebbe
arrivarti collegato a quello della tua considerazione, che io ho lottato
come un disgraziato, io lotto come uno che non ha un domani per potermi
permettere di non aver niente da fare. che il fatto che oggi mi posso
permettere di stare ore qui davanti a scrivere per esempio, significa
che io ho prenotato la mia libertà in anticipo, al dio delle
coincidenze, significa che c'è un mondo attorno a me che mi permette
di fare queste scelte nella mia vita, mondo che non mi dimentico di
ringraziare, mondo che sa quanto io tenga a lui per questa libertà
che mi permette, mondo che si regola con me in un modo che sappiamo
solo io e lui, io e il mio mondo fatto di lavoro interdipendente, amore
a distanza, famiglia separata in due tronconi, e passati da rimettere
in fila per restare a testa alta nel presente. perchè non so
se nessuno di voi resta ore a parlare con le proprie nonne rimanendo
contento delle proprie scelte, è una cosa questa di cui sono
felice, è una cosa stare coi parenti e parlare a loro e cercare
di capire o ascoltare il loro rancore con il mondo, è una scelta
che significa che io devo essere disponibile ad ascoltare chi ha voglia
di parlare nel momento in cui ha voglia di parlare, è una scelta
che mi ha fatto allontanare progressivamente e definitivamente dal lavoro
fisso, che mi imponeva orari di rientro, orari di attenzione, attenzione
la mia che è nomade anche lei, e consapevolezza che il lavoro
si perde, l'amore per la famiglia no. e allora perchè sei a parma
e non a roma? a roma c'è la tua donna che si sbatte per trovare
un lavoro, un qualcosa per avere soldi per andare avanti, e tu invece
caro nomade dei tempi persi, tu non hai bisogno adesso di questo sbattimento,
si ne avrai altri, ma insomma, comunque non hai un cazzo da fare, vai
a fare tu la prenotazione per l'eurostar che non vuoi prendere. mondo
bislacco fatto di misteri egizi, va bene, vado io, vado io! ma non dirmi
mai che io non ho un cazzo da fare, perchè non è vero,
perchè io faccio tutta quella serie di cose di cui il mondo di
solito si pente appena prima di morire. si andate da un caro industriale
per esempio di quelli con la macchina costosa, che lavorano diciotto
ore al giorno per dimenticare cio che c'è a casa, ditemi se uno
a caso di quei signori prima o poi non si pentirà di non aver
fatto scelte diverse nella vita, ditemi se qualcuno a caso non si sarebbe
voluto accontentare di una vita fatta di stenti e poco lavoro e tanta
famiglia, piuttosto che un tempo fatto di tanto lavoro per mantenere
ottimamente una famiglia che si suicida (estremizzo dai) perchè
papà sembra se ne fotta di me, sta tutto il giorno in affari.
bella scatarrata sul mondo, eppure, siamo tutti in questo mondo, tutti
ci insultiamo, e quelli con la jeep di solito non mi danno la precedenza
perchè ho la macchina più piccola della loro, la legge
della jungla. ennò bello, in pieno delirio tipico di una cara
persona che mi viene in mente ma alla quale adesso non mi va di scrivere
che delira, nò bello, io passo e ti strombazzo pure. e tu la
precedenza adesso me la dai, o sono pronto a passare un mese e piu fra
cartacce di assicurazioni e meccanici. vale piu un mese di vita domani
o una soddisfazione oggi? non lo so, è questione di volte, ci
sono volte che la soddisfazione te la prendi, altre che la lasci da
parte, come oggi, che ho fatto comunque la prenotazione, e la soddisfazione
di far valere la mia idilliaca libertà nomade l'ho lasciata nel
cassetto, quando stamattina mi sono incazzato svegliato perchè
ero da solo come al solito e la mia donna lontana, lontana dalla mia
vita, eppure tecnologicamente vicina. è un mistero che non sostituirà
mai la carne, per quanto queste mie idee possano sublimare, non saranno
carne, almeno fino a dopodomani quando grazie alla mia nuova fiammante
prenotazione potrò forse sedermi vicino alla donna della mia
vita. insomma se me lo avessero chiesto di nascere, in paradiso o nel
limbo, Simo, vuoi una vita così, li vuoi gli anni delle medie
di fuoco e merda tra i pregiudizi pesanti come i martelli che tira la
donna di Rio Saeba in testa a Rio quando tira fuori la lingua per le
altre donne, si, ho detto, io la vita la voglio cosi, poi pero voglio
il premio, difficile fin che vuoi, ma lo voglio vedere almeno da lontano,
almeno da 500 kilometri di distanza. cosa non fa un uomo pur di dar
senso, trovare un senso in queste note che arrivano sparse dal mondo,
cosa non fai pur di far figurare ai tuoi occhi, effetto placebo, ciò
che vedono come un teatrino meraviglioso, cosa non fai pur di credere
che tutto quello che vedi è merda, a volte, eppure, sai tu cos'è
cio che vediamo? ci sono tutto un genere di cose che non c'è
bisogno di scrivere o raccontare a nessuno, sicurezze che sono placidamente
inserite in una cavità del cuore e che stanno lì e pulsano
vere ogni tanto, ma in generale stanno li, dome e placide. poi c'è
dall'altra parte lo scrittore o l'uomo che parla agli altri di ciò
di cui non è sicuro, che vorrebbe comunicando cercare al di fuori
del suo cuore una di quelle sicurezze, che sente mancare nella cavità
cuorifera. la cerchi fuori, scrivi un libro che parla di html, una divina
commedia, una poesia di foscolo che parla dei sepolcri, un libro di
orwell che parla dei suoi incubi fatti realtà, è come
dicesse dimmi uomo del futuro che le mie sono solo paure, che sembrano
proprio vere, ma sono solo paure, e dante è come se dicesse guardate
un po io continuo a vivere nonostante queste paure siano fisicamente
impresse nella mia carne, sanguinante, dante è un blues direi,
anzi pensavo mentre scrivevo, foscolo non lo so, foscolo aveva ragione,
ma avere ragione è una grama soddisfazione del bisogno d'affetto,
e il libro di html? il manuale, il tecnicismo che cerca sicurezze concrete,
che se le inventa, come la matematica che osserva fin che puo, e ad
un certo punto si affida al dogma, religioso in tutto e per tutto, un
numero infinito è uguale a infinito due volte. eh, cioè?
cioè niente è uguale e basta. uguale e basta è
un dogma, il dogma è il motivo per cui io cerco il mio dio fuori
dalla chiesa e non dentro la chiesa, il motivo per cui mi serve confessarmi
sullo zio internet, piuttosto che di fronte ad un altro uomo, uomo che
ho paura che mi ordini due avemarie e mezzo, che faccio lascio? si,
lasci. quei preti un po psicologi sono mai esistiti? li abbiamo mai
avuti? ci hanno mai salvato come il prete terence hill in televisione?
come don tonino di andrea roncato, preti così, moderni come don
bosco, esistono nei nostri buchi di culo di paesini di provincia? una
sera che ero in cerca del mio dio e non lo sapevo, ero solo molto triste
e senza giustificazioni, (cosa che toglierei anche oggi, ma che fa purtroppo
molto fiction) in macchina passando per i paesi inculati per i monti
natali di mia nonna (e mi dispiace di mettere termini come inculati
di fianco e vicino a termini come mia nonna, ma purtroppo sono un giovane,
e non ho rispetto, sembra, o pare) e mi allontanavo da quelle colline
verdi e nebbiose e mi è venuta voglia di entrare in una chiesa
e la chiesa di campagna era chiusa sigillata, perchè il prete
non sta sempre mica dentro, e a volte lascia il portone chiuso, non
so perchè visto che molti lo lasciano sempre aperto, e in effetti
una chiesa non ha proprio niente da temere, male che vada vi fregano
un calice, ma quello di gesù non era forse di legno? comunque
porta chiusa e allora in macchina ancora e via sono arrivato fino a
bardi, e bardi è molto lontano sull'appennino anzi, in macchina
e ho parcheggiato e sono andato nel chiesone di bardi che è bellissimo,
e ti racconta sudando incenso la storia degli anni e dei secoli e delle
persone che li dentro ne hanno fatte di ogni ma sempre con un grande
rispetto. perchè il rispetto della gente è quello che
senti quando entro in una chiesa, sento perfettamente se quella chiesa
è piena del rispetto che le è dovuto o se è una
chiesa vuota, senza rispetto, una chiesa in cui qualcuno ha smesso di
credere, una chiesa magari sconsacrata la vedi da lontano, questione
di sensazioni, mica altro, cose di cui parliamo da secoli, le sensazioni
e cose a cui stiamo cominciamo a prestare orecchio solo oggi, ma daltronde,
me lo sono scelto bene il mio secolo. insomma quella di bardi è
piena di rispetto per il mondo e viceversa, mi sono seduto in un angolo
freddo e buio della chiesa sulle panche di legno, è passata una
mamma con un bambino handicappato che camminava tutto storto con una
gamba fuori asse, e faceva versi che fuori dalle chiese negli ambienti
delle persone che amano fare le prenotazioni sono considerati come versi
immondi anormali, uunngghaaaeeee, tipo, o anche piu gutturali, piu inesprimibili,
che se fossimo in teatro ti farei sentire, e li invece era solo una
voce, di un ragazzo, in una lingua diversa dalla mia, io ero proprio
molto triste, perchè non avevo dio ne donna ne lavoro ne un perchè
ne un amico che si facesse sentire, e sono rimasto li in ascolto, e
aspettavo, e ho pensato quasi quasi leggo a caso un passo di quel libricino
che è scritto li, sul mobile di legno, e vediamo cosa mi dice
visto che ancora non lo sapevo, ma gia credevo profondamente nelle coincidenze.
quel pezzo non me lo ricordo, e comunque non capivo quale fosse la coincidenza.
però è passato un prete silezioso con la barba, che mi
ha sorriso. e un prete che ti sorride quando sei cosi triste come lo
ero io, non so, ti commuove? oggi si, oggi quasi mi commuove pensare,
ma allora ho solo sorriso di riflesso, ed è tutto quello che
mi serviva capire, un sorriso di riflesso anche andava bene, un sorriso
nell'ombra. è anche questo blog, termine strano, che lascia trasparire
un raggio da una torta a forma di pacman tutta chiusa, ed esce un raggio
di marmellata, di quella marmellata che mangeresti volentieri quando
hai fame. cosi il sorriso nutre, ma il sorriso purtroppo devi averlo
da parte per un momento importante come quello, un sorriso devi averlo
maturato in una vita fatta di scelte, e amore per la vita, non per le
diciotto ore di lavoro, o magari si, non so se dipende dal numero diciotto
il mio detestare un lavoro che ti strappa ad una famiglia, non lo so.
i contadini vivevano tutti assieme fra alti e bassi, noi oggi viviamo
frammentati con minuscoli pezzi di famiglia lontani, inarrivabili coi
tempi delle metro e dei regionali, e la famiglia è l'unico teatro
per i sentimenti, assieme forse a quel vecchio confessionale polveroso.
23 marzo 2004 - in ogni caso ho molto bisogno di fred e i curatori,
quel cidi meraviglioso che ho comprato in un atto eroico, cioè
perchè mi piaceva la copertina ad anversa. e i discorsi sulle
prospettive di mauro e franco, cosi accennati e presi per ischerzo adesso
ritornano sul blog della seppia,
e queste parole saranno perse nel tempo, e la speranza che non lo siano
è ormai povera come la mia felicità, quando sto ancora
a chiedermi le cose senza veramente farmi le domande, lasciandomi trascinare
dai semplici discorsi sulle angoscie che mi seguono e mi accarezzano
e oggi ho portato matteo e nicolo che sono due angeli a prendere le
paste e le figurine e il bambolotto per nico, e io tutto preoccupato
di tenerli salvi dalle macchine, ho giusto tirato un sospiro di sollievo
dentro alla pasticceria quando ho capito che li non avrebbero fatto
danni, e me li sono goduti per quella frazione di secondo in cui io
sono tornato me stesso, e non ero piu il cugino impacciato tra ombrelli
e berretti, ma solo uno che prendeva un caffè troppo dolce al
bar della pasticceria e aveva dimenticato le sigarette in macchina,
e loro due ragazzini lì per caso. allora è vero che il
blues salva dalla disperazione, è una maledetta verità.
e guarda un po. questi flussi di giornate che passano indecise tra le
mille parole e le mille lire spese di qua o di la non importa, ma guarda,
la biancheria stesa, e la camera rassettata, ma guarda, i bambini come
crescono senza che nessuno possa veramente farci qualcosa, potendo essere
gentile con loro, chiedendo per piacere essi ubbidiscono, urlando loro
scappano, perchè di urla ne hanno abbastanza, e allora è
tremendo chiedere per piacere ad un bambino, chinare la testa, e vedere
che egli ascolta ed è felice col sorriso di traverso di quello
che deve assolutamente fare la pipì da trenta minuti, e gli chiedi
per piacere prendi su le tue carte e cartacce dai sedili della macchina
e li butti nel bidone, e matteo dice si, e matteo non dice mai si. matteo
tende ad ordinare, fai questo fai quello, portami dimmi, mangia, scoreggia,
e cosi, e io mi limito a non compiere cio che ordina, ma solo cio che
chiede, e a volte mi accorgo di uscire dai miei occhi, e tornare in
una di quelle prospettive alternative che sono proprie delle vacanze
o del blog della seppia. ci siamo si che ci siamo, possiamo ormai partire
anche se ieri sera la voce che usciva assieme alle corde della chitarra
non era diciamo quella che mi sarebbe piaciuto sentire o forse si, e
starnutisco perchè ho preferito forse prendere l'acqua io piuttosto
che i miei cugini, per quanto ho potuto, perchè corrono forte
quei ... omissis, posso andare avanti lo stesso. comunque, è
il bisogno di fare ste cose, e i soldi che sono arrivati e adesso nobbèllo
adesso non ci sono scuse adesso il lavoro devi farlo, e ci sono queste
cose che vorrebbero partire e non partono e fuori piove e oh baby I
miss you, I miss you so much baby... yeah ... uno adesso che ha la musica,
diciamo adesso che ne ha ritrovato un pezzo, potrebbe e dico potrebbe
sopravvivere nonostante questa bella musica, vedrai, si perderà
quando rileggerai le parole al silenzio, eppure, forse no, forse resta
nel ritmo, nei segreti. forse mi farebbe bene dormire? ancora? no dai,
no non dormire ancora, e allora, dove appoggiare la testa, la testa,
la testa, la testa la testa, la pesta la mesta la testa la cesta, la
festa, la mesta la cesta, la pretesta, la inchiesta. oggi sono una musica
che non vuole andare a letto. la notte quando sono da solo non voglio
mai andare a letto. sto sveglio, e pretesto. calpesto, sto ore a parlare
al telefono, sto ad accarezzare il gatto dino, sto seduto sul divano
o a fare la biancheria, sto davanti al computer a fare i videogiochi
con gli jedi che si menano, sto seduto sulla scrivania, ballo il roghenroll
da solo, e sarebbe si meglio in coppia, ma guarda un po i misteri del
cosmo. ecco vorrei trovare un bel gioco da fare coi bambini, uno di
quelli che ti ricordi quando poi diventi grande, e i giochi da far fare
ai bambini sono la tua unica arma di difesa, sono tutto ciò che
puoi essere per loro, un bel ricordo o un adulto noioso, con la merda
in bocca e nei polmoni, che ne ha mangiato troppo e male di questo mondo,
che avrebbe tanta voglia di scappare da li, perchè i bambini
fanno troppo bene da specchio, perchè vorrei essere io un bello
specchio e dire al mondo guarda mondo che cosi e colà non va,
e ti basta fare cosà e trak, il mondo impara come un bambino
a cui sai chiedere per piacere, e via, tutti felici e contenti a fare
tanti bei giochi creativi coi lego, con le mani sporche di marmellata,
e com'è buona la marmellata quando hai fame e come diventi noioso
quando la marmellata puoi averla sempre e come diventi insopportabile
quando c'è qualcuno che ti rompe sempre le palle, e mangia la
marmellatina, e dai mangia che poi cresci, o vuoi rimanere sempre piccolo?
volevo cercare su internet che ormai è una specie di cugino maggiore
la domanda che mi ha fatto matteo oggi, perchè il simbolo della
croce rossa è una croce, e io non lo sapevo e non ho saputo dirglielo,
in effetti non me lo ero mai chiesto, si mi ero chiesto il perchè
di quello delle farmacie col biscione e il mezzuomo in bocca, tipo quello
vecchio di canale cinque, avevo pensato derivasse da qualche mito e
mi ero accontentato, e adesso guarda un po, mi chiedono un perchè
e io tutto quello che so dire è ... occhio che ti bagni, attento
alle macchine, non lo so, e si non c'è niente di male a dire
non lo so, soprattutto per te che leggi e io gia un po ti odio perchè
sento che mi leggi con quel fare superiore di chi sapreppe esattamente
cosa fare e cosa dire, il fare bastardo di chi capisce e che ogni tanto
ho anche io, e invece caro lettore non sai un cazzo, io non so un cazzo,
e nella fattispecie del mio pensiero penso che abbiamo ben poco da dare
a questi bambini che crescono in questo mondo. si va bene non siamo
distruttivi, teniamoci qualcosa di bello da parte, perchè in
effetti i bei pensieri di oggi sono il sole dei nostri figli domani,
eppure. eppure vorrei io essere salvato, e dovrei stare con un bambino
che mi fa da specchio e mi parla del suo amico che parla strano che
non si capisce cosa dice e ha un fratello piu piccolo questo suo amico
che parla come un bambino di due anni e fa la terza elementare invece.
èh. e io che ne so, di lui di suo fratello e di come si parla
in terza elementare, mi sono dimenticato tante cose, eppure non sono
ancora nessuno, eppure quel pizzetto allo specchio sembra ancora cosi
stonato, eppure ho ventitrè anni, e questa è bella mi
dice matteo, ma come ventitrè se ne avevi ventuno ieri, èh
dico, che storia èh il tempo che passa, e la tua ragazza mi dice?
ne ha ventisette? no dico io, ne ha ventinove e quest'anno trenta, e
lui mi dice ma lei è troppo grande per te! ha sette anni in piu
di te, dovresti averne tu sette piu di lei, e io gli dico matteo, vorrei
dirgli matteo in effetti fatti i cazzi tuoi, ma ho ascoltato cosa aveva
da dire, e poi ho detto, èh, eppure va così, lei ne ha
piu di me, e va bene così, non stiamo a ravanare. allora lui
in un certo senso ha capito, sai il miracolo della comprensione a posteriori,
quella che per il momento stai zitto, e poi dopo vent'anni capisci.
ecco, è successo questo che è stato zitto, e io ho pensato
a che bella quella volta che con la mia donna dell'amore e con quei
due ragazzini lì siamo andati al rettilario o quel posto anzi
dove stavano gli animali esotici, era solo l'anno scorso ma è
un ricordo cosi bello che scatta la nostalgia, al volo, e matteo mentre
io ero preso anzi rapito dal bellissimo ricordo, e comunque riuscivo
anche contemporaneamente a guidare la mia macchina grigia e pesante
perche stavamo andando a comprare le figurine per matteo e il bambolotto
per nicolò e io ho pensato speriamo mi bastino i soldi, quanto
costa questo bambolotto ? cinque euro e le figurine chiedo, quelle anche
loro cinque, cazzo penso, alla faccia delle figurine, li mortacci di
quei bastardi che insozzano le menti dei nostri bambini con bisogni
indotti dai quali loro non si possono difendere e alla fine sono i soldi
dei genitori o dei cugini che esistono solo per viziarli i nipotini,
si perchè in effetti piu che cugino mi sentivo zio, comunque,
basterebbe giocare coi tappi delle bottiglie? vi divertite lo stesso?
io quando ero piccolo volevo si le figurine ma mi inventavo i giochi
anche mi ricordo ho un ricordo orribile di io che gioco con un tappo
e una cordina e avevo legato il tappo alla cordina e poi lo tiravo sù
facendolo passare da sopra la maniglia di una porta, e il gioco era
tutto li, e in effetti ero piu soddisfatto giocando col megascorpione
che mi aveva regalato mio babbo. quando vi sposate? come quando ci sposiamo,
chiedo a matteo che non ero in imbarazzo, ero tranquillo, non era mica
la prima volta che me lo chiedeva, non lo so, rispondo, come non lo
sai? posso venire a farti il paggetto? e cos'è un paggetto chiede
nicolò, è quello che porta le fedi risponde matteo, Si,
gli dico ti faccio un fischio appena so la data, ok? si va bene, e nico
dice anche io voglio fare il paggetto! e matteo non puoi nico, è
uno solo il paggetto e sono due solo se uno è parente di uno
e l'altro parente dell'altra, e allora nico dice io faccio il parente
di Simone e tu fai il parente di Eloisa. èh... intanto la macchina
andava, e si è parlato di figli anche, e di adozione, e del fatto
che matteo se fosse sposato prenderebbe in adozione un figlio, e cosa
ci fai con un bambino gli chiedo, e lui, lo uccido e ci faccio i sacrifici
umani. Come ci fai i sacrifici umani? si, risponde, continuo la grande
opera dei maestri di una volta, ma guarda matte che i sacrifici si facevano
una volta, oggi non si fanno piu, sono fuori moda, me ne frega, mi dice,
io riprendo dove avevano lasciato, siamo in due, c'è anche un
mio amico di scuola. ah. beh. allora. oggi ho una nostalgia e un lancore
che non mi so spiegare. e non c'è gioco degli jedi che tenga.
cel'ho e vorrei solo motivarla e lasciarmela dietro come il ghiaccio.
nico si è scottato un dito sulla lampada ad incandescenza dell'ufficio,
un ditino di nico era tutto rosso, l'indice, sembrava fatto apposta,
un gioco fantastico per un cugino piu grande, trovare il ghiaccio, impacchettarglielo,
trovargli un bicchiere di plastica, e lui ce lo tiene su, poi alla pasticceria
voleva mangiare la pizza nico e allora ho buttato il bicchiere col giaccio
e a lui dopo tre secondi ha cominciato ancora a fare male il dito, un
male insopportabile, allora ho chiesto al vecchietto della pasticceria
un po di ghiaccio e lui tremando mel'ha messo in un sacchetto di carta
e mentre io lo davo a nico la barista mi guardava con gli occhi dolci,
sai quelli dei film dove le tipe vedono i tipi che si destreggiano coi
bambini e sentono quella tenerezza sessuale tipica dei film, io me la
sono immaginata cosi, aveva le lentiggini, comunque io, uomo integerrimo
e alla rincorsa di nico che scappava sotto la pioggia senza neanche
la cuffia ho pensato "fottizio" e ho uscito la porta e i miei
cugini. esiste cosi poco su questo pianeta, cosi poco da raccogliere
e cosi poco con cui giocare. e cosa gli dico se mi chiedono delle guerre?
cosa cazzo gli racconto? e se mi chiedono qualcosa di piu grosso la
prossima volta, qualcosa che non stia nel mio portafoglio? gli dico
di no, semplice, gli dico ragazzi costa troppo, non ci sta nel mio portafoglio.
daltronde cosa fai, crei un mondo strereotipatamente perfetto tipo asilo
meraviglioso e ce li tieni dentro lontani dalla cacca del mondo? no,
si perderebbero le cose migliori le cose migliori che trovi scavando
nei mucchi di cacca come in quella scena di jurassic park, quelle si
che sono le cose belle della vita, che poesia èh? in mezzo la
cacca. anzi, la musica, vai in belgio con una scusa e gli compri dei
bellissimi cidi ad un prezzo ridicolo (qui da incollare volendo l'altro
flusso sui peccati e sul viaggio). comunque. la cosa che ho imparato
del blues è che senti di preciso che quella persona che canta,
per esempio skip james, sta soffrendo molto, o ha sofferto molto eppure
la sua musica continua, senti di preciso la sofferenza che non impedisce
la vita, il continuo della musica, anzi forse le da colore. e allora
queste sono cose che danno fiducia, penso, va avanti lo stesso la musica,
e puoi ballare lo stesso anche se hai l'angoscia che non ti spieghi,
anche se lo zio ha parkinson, anche se la nonna si lamenta, anche se
la mamma si lamenta, anche se la mia donna è lontana, si speranza
insomma. speranza è quella cosa impossibile di cui parlano tutte
le religioni, eppure, parlano e fin che c'è vita. ci costruiamo
di ovvietà e i bei giochi di una volta dove sono finiti? quelli
in cui i bambini rischiavano la vita pur di prendere al volo la gerla,
o si lanciavano sotto i trattori, o prima quando mio babbo andava nella
stalla a tirare le palle del mulo e il mulo gli ha piantato una zoccolata
in fronte a mio babbo, che poteva morire, e io non sarei nato. ah. adesso
no, le figurine da cinque euro. dico si puo essere gia nostalgici a
ventitre anni? e a cento? chissa come sarò a cento, saro bellissimo
ne sono sicuro, finalmente avrò le rughe e le persone non mi
romperanno piu i coglioni con quella storia che non dimostro la mia
età, tutti mi diranno porcodiaz, simo, sei vecchio che fai cagare,
e io godrò e mi renderò ridicolo, finalmente senza scalpore,
cagherò per strada, e la tirerò in faccia ai governi,
tutte quelle cose che i giovani hanno smesso di fare, e che a volte
invece fanno ancora e allora guardi per strada, o guardi quella falsa
televisione e pensi ma vedi che i giovani esistono ancora non sono tutti
solo tossicodipendenti della rai, per programmi giustificati essere
per bambini, e invece no, ve la dico io la verità, quelli la
che si truccano sono dei feticisti del trucco, godono a mettersi le
orecchione e a sporcarsi le mani e la voce con parole piene di diminutivi
e termini sdolcinatamente imbarazzanti. feticisti. una foto fetish costa
sui 60 centesimi, lo ho scoperto ieri su internet, cioè su mio
zio internet, zerosesanta per foto fatte in studio, set, attori, fotografi,
truccatori, storyboard, fari, matite, catene, latex, un lavoro insomma,
zerosesanta, come benetton zerododici, stessa roba, lavoro, lavoro,
lavoro, solo che la lavorano con tutto il corpo, ma proprio tutto, e
ieri sera mentre guardavo un sito in lavorazione della orchid design
che si chiama porno bat, e il cui logo è un pipistrello col cazzo
fosforescente che vola nella notte, pensavo vedi che il porno è
la liberazione della nostra epoca fatta di idee che non possono andare
troppo oltre, siamo fatti di lavori di metodi e di costumi che devono
essere limitati, castrati per non far male a chi poi non si sa, a clienti
? al pubblico? limitiamo le nostre idee, noi uebdesigner per non fare
male, e invece loro si possono permettere di fare pipistreli col cazzo
e venderli anche. misteri della nostra epoca, tuttosommato, c'erano
faraoni che per fare misteri nelle piramidi ci hanno studiano anni su
anni, e noi i misteri ormai ci vengono naturali, non abbiamo bisogno
di pagare architetti, scriba e tangenti all'impero. o forse si. ci avete
fatto caso che tutti si comprano casa in questo periodo? tutti cercano
stabilità e a me sta venendo voglia di avere un figlio. un figlio?
ma sei completamente rincoglionito diranno i miei amici bambini, e non
lo so se lo sono, so che fisiologicamente potrei, e culturalmente qualche
anno fa sarebbe stato normale, oggi no, oggi fino ai trenta puoi stare
a casa cosi tuoi a far finta di essere ancora tu stesso un figlio, io
pero mentre andavo in bagno pensavo che non ho propriamente un lavoro,
e neanche un'indipendenza ostentata, e neanche ho dei giochi da insegnare
ai bambini, e non ho la sicurrezza di dire di no quando serve, almeno
non sempre sempre, poi mi manca una casa mia, forse servirebbe, dico
forse. ma una volta quando si abitava tutti in campagna e si lavorava
la terra nessuno aveva una casa sua, eppure tutti si spaccavano il culo
sulla terra, e avevano figli e facevano fatica a trovargli da mangiare,
figurarsi i giochi, quelli li facevano di legno e spazzatura o barattoli,
giocattoli che adesso sono nei musei, e adesso invece la nostra economia
gira sui giocattoli per i bambini e sui dong per i grandi, economia.
ste parole. solo parole. ci pensate mai alla religione voi? beh io e
il mio amico alle ci pensiamo molto spesso, vuoi perchè non diciamo
di noi a quei poveri cristi dei testimoni che in effetti hanno solo
tanta voglia di parlare con qualcuno, anzi a qualcuno visto che le parole
altrui non sono da loro tanto ben viste. comunque lo zio internet è
una specie di confessore in miniatura, in cui tu parli dei tuoi peccati
e il mondo in qualche modo fa finta ti perdonarti, i peccati sono quelle
cose che fanno stare male e che noi le ormai conosciamo, e sappiamo
che non dovremmo rifarle perchè all'inizio godi leggero e poi
pero soffri peso, eppure le fai le lo stesso e anche io ieri ero tentato
di incollare qui, sullo zio internet la mia confessione degli ultimi
peccati, e poi pero alla fine ho deciso di non metterle adesso, perchè
prima voglio disinfestarmi bene, tenermi lontano dai peccati per un
periodo ragionevole di tempo, passato il quale poter confessare sarà
giusto un vezzo, intanto sta tutto scritto li da qualche parte trai
bit del disco del portatile, come in un cassetto remoto, confessati,
in via di purificazione, insomma ragazzi non confessate proprio tutto,
fate come me, fidatevi del vostro destino che vuole a tutti i costi
stare bene con se stesso e col mondo che i peccati li ha permessi e
ascoltati e non si sogna di punirli, almeno speriamo. ecco fatto sono
a posto, lascio quelle cose da dire nel cassetto del computer, non le
metto qui e per piacere mondo intero fidati di me, che io ho tanto bisogno
che qualcuno si fidi di me. in un certo senso. comunque. uno si svuota
di tutte le parole, e poi puo finalmente ascoltare la musica, in pace.
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