l'involuzione, il segreto della specie.
a me quella i non mi ha mai convinto

il costante sforzo? ma dove. il bisogno naturale? ma quando.
la ricerca artistica? ssé. scarsità? ma cché.


"niente sesso e rock and
roll fanno Homer pazzo".




che poi pazzo è quella condizione lì, di non belligeranza
col mondo, condizione alternativa di fuga,

eppure, si muove, e respira anche,
e pazzo e le altre sono parole,

e la ricerca anche, parola,
e gli amici? parole. nel silenzio.

oppure, fuori,
dal cono

d'ombra?


è che non voglio, non voglio, capriccio lo so, ma non voglio.
spostarmi di qui, uscire da questa casa, da questa
situazione che mi fa ridere, ma fuori è meglio,
ma non mi frega io voglio sondare quello che c'è da
sondare e bada bene mi sto trattenendo,
dice ma perchè ti trattieni, perchè ho paura
semplice.

che qualcuno mi scambi per qualcosa che non sono
e allora alla fine non sono niente e le mie
emanazioni sono poco piu che scoregge,

tutte quelle interessanti teorie rubate, e teoremi
evoluti ormai gia ammuffiti e quelle poesie
che non sono mai esistite, e le parole delle
persone normali, quelle che le vedi che vivono

e non diresti mai che c'è una fatica comune
eppure, eppure vaffanculo, lo vedi?
c'è questa serpa che scorre, e interviene
senza preavviso e si scambia per me

e io e lei abbiamo bisogno di dividerci,
no!! non Lei, ma solo lei, io e lei quella
parte di me che mi fa cosi non capisco.

cosi non capisci. capire.

la strada su cui camminare
anche a zig zag da sponda all'altra
e non dritta e l'importan c'est travailler
le travaille.
il lavoro o il viaggio, che sono dilemmi.
stratagemmi per vivere,
che la creazione non è mica vero signor
testimone, la creazione non ci insegna mica
come vivere,

ci insegna il segreto della fede, il segreto
dell'effetto placebo della vita che si ripete,
eppure. eppure,

io mica vivo, o si? e tu? o no?
e c'eravamo quasi, comunque.

si lei è lontana allora lei è vicina,
e io do le colpe alle distanze,
ma non sono le distanze.

e scommetti? non sono neanche le colpe
cioè le colpe non servono a nessuno,
ci sono e sbattono sulle piante come
la luce del sole e ti fanno vedere le cose
le colpe perchè sono la loro ombra, una
parte delle loro colpe.

eppure il mondo senza luce del sole,
eppure il sole scotta e scalda,
e c'è e non c'è, e la vita è tutto
un magna magna, eppure, a volte

negli occhi delle persone, che mi ricordo
lo so che esistono, lo vedo a volte che c'è un
altro mondo, ma no, io non voglio uscire di qui.
perchè, non lo so, perchè qui sono
coccolato ? mica tanto ci sono le
stalattiti di caccole, e le lenzuola di flanella
coi pallini e la lavatrice da far andare e i soldi
dell'assicurazione da ridare, da pagare, e io
dovrei lavorare e accendere quello che so fare,

per un lavoro che non mi porta sembra da
nessuna parte, per persone che sembra che non mi paghino.
eppure io non dovrei scrivere queste cose pubblicamente.
e perchè no? se non ti pagano, mica devi tenere
il segreto. sono soldi, i soldi hanno i padroni,
ed è giusto sapere le cose, bene
a me non mi pagano, e io però in qualche
modo losco, l'assicurazione l'ho pagata, perchè?

perchè me ne sono andato e poi tornato,
e ho realizzato mica le cose belle ma solo
quelle di cui avevo paura?

perchè ancora ?
cosa cazzo c'è che devo capire ancora prima
di uscire da questo limbo?
dante insegna, si esce dal limbo, o no?
o l'inferno è enterno e il paradiso è eterno?

ma no, siamo nel futuro, oggi tutto è diverso,
e non è vero, anzi, mi sembra di essere involuto,
involtino. e poi mangiato. e via.

che corri da un piano all'altro dalla
mattina alla sera ormai si sa, ma che
adesso ti lamenti anche che ti fanno male le
gambe e sono finiti i piani, e le persone,
sono finite anche loro.

e non è vero.

diciamo che basta smettere
di peccare, il peccato non è quello dei preti.

il peccato è quello che tanto lo sai già
che ti farà male dopo, ma il presente è

più importante, e allora oggi che siamo
il futuro del vecchio presente, oggi.

non c'è niente da godere perchè è tutto
già goduto. e allora via di tragedia.

si ma, c'è qualcosa di molto bello da
guardare sempre, fuori dalla finestra

eppure guarda quanti eppure, no
ti basta poco, e il resto...

non lo so ragazzi non lo so, saranno
rotte, che si incrociano, scie,

non so cosa sono, né loro né me.
eppure.

so tutto quello che non voglio diventare
come un buon giovane che si rispetti,

e questo mi lascia qui, per paura di
diventare qualcosa di quello che non voglio.

ma non preoccuparti per dio!
lui è tranquillo lassù, sa fare bene
il suo sporco lavoro, il suo bel lavoro,

non preoccuparti per dio!
lui salterà fuori dalle nuvole

e dirà "ragazzi, ma che cazzo
state facendo!"

"ma andate affanculo"

così ha detto Marco, e
anche se Marco sta male,

comunque io mi ricordo

ma adesso devo andare
e anche se lo sfondo non è più nero

e anche se le parole non sono più verdi,
comunque il gusto delle parole in fila

è rimasto, e guarda un po', aggratis.
forse si stava meglio quando
i preti potevano ancora ...

confessarti.

ma ho voluto nascere in tempo per
vedere la morte della religione, la morte
della fede, e la nascita di qualcosa
che adesso ha bisogno di nome,

ma intanto io comincerei già col ringraziarlo,
visto che è grazie a lui che viviamo.

(grazie a noi è già passato, e lascia
un pesante ricordo nella storia delle campagne
e delle culture forti, e gli uomini saggi,
e i giovani rispettosi)

e adesso? adesso che anche la nuova età
è passata, siamo passati oltre al nuovo,

ma dove cavolo fin dove cavolo ci spingiamo,
visto che poi dovremo tornare indietro,
e allora avremo già i teletrasporti,

e allora andiamo sempre avanti,
e siamo sul tapis roulant,

e allora si scende, e si pensa,
e chi c'è in questa stanza?

e cosa dovrei dire a queste persone?

e si, c'è qualcosa da dire a loro,
e ha a che fare col bene?

col bene che mi voglio, che ci vogliamo?
non si sà, ma bisogna stare attenti,

perchè i paroloni tipo dio e amore li abbiamo
gia usati tante volte, che lo so non si
inflazionano mai loro, ma la nostra idea
di loro si, e quella la scambiamo per vera
a volte, e scambiare la polvere per gli oggetti
sotto, mi sa di farlocco.

ma si, ma vai va.

vai che sei giovane, e ne devi mangiare di grostini.

io però sono convinto di questo qualcosa,
e porca puttana, un nome lo avrà.

un nome bellissimo.
piu bello di Achille, piu bello di Mario
e piu bello di ...

questo non lo posso scrivere.

eppure mi è venuto in mente,

e non è un nome ma un cognome,

e di una persona cara a una persona cara

e io non lo posso scrivere, e non c'entrava niente
lo so

eppure mi è venuto in mente, e sono in ritardo.
e dovrei andare---

ah ma perchè maledetto mi sei venuto in mente,
e perchè io non posso scriverlo!?!?!

cosa c'è che mi lega?.

presto su questi schermi:
un nome
una soluzione all'enigma,
e un nuovo nato.

Simone Righini - 21 marzo 2004