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Mesi
marzo 2003
un gran bel mese.
aprile 2003
cambiamenti e difficili conferme
maggio 2003
capire ostacoli e respirare


30 giugno
è cosi viverci, mi fa sospirare cercando parole, che descriverci sarebbe raccontare ad un amico d'aver visto il piu bel quadro del mondo. potrà vedere l'amore nei miei occhi per la cosa bella vissuta, ma niente cosa bella per lui.

io mi auguro, anzi, auguro a luca degli obiettori di trovarlo un amore, e non scassare il cazzo al lunedì mattina, ai cristi che fanno già abbastanza fatica ad accettare il loro, di amore.


27 giugno
maldigola ovviamente, trecento "ah ma hai ricominciato a fumare?" aspetto clamorosamente allerta, neanche sento il caldo, neanche sento l'estate, la voglia di andare via, la voglia di mangiare bere e dormire, in secondo piano. una strana aragosta che scalpesta tutto dentro.
e ti aspetto come un miracolo, non sarò pronto, deluderò ogni aspettativa e stupirò con amenità. varrà la pena. vale sempre.

da ieri, soddisfazione morgan. soddisfazione libro.

il sogno così nitido e fisico che mi porto il ricordo di un abbraccio.
un sorriso, una sorpresa, un volto androgino e un corpo, la sensazione dell'amore (non saprei come chiamarlo) che transita, passa, da una parte all'altra, da un corpo all'altro.
carne bianca, sorride calda.


26 giugno di noia e tempo perso
ebbastacheccazzo
trecento refresh,
ma si puo sapere cosa aspetto?
parma arriva presto calda sull'asfalto e sul pavè,
con la catena nuova, con la voglia di scrivere romanzi epici,
con l'amore che sprizza dal cuoricino,
col coraggio dell'andare ai concerti da solo.

e pussa via nel cassetto sonno maledetto.

18.53, 18.54 i minuti immobili,
sono quasi finiti.


25 giugno
finita la piccola guerra,
canto e il tuo nome è ossigeno,
grazie papà,
piano piano
un passo dopo l'altro.


24 giugno
paura, resta, resta cumm'e
ma aspetto, non fiato,
comunque tranquillo,
lavoro, intanto, entriamo in pace zen,
senza pensare agli affanni della vita.
ma lo zen tromba?
affanno, fermento!


a Francisco Javier

non bevo caffè,
ho problemi con la saliva,
mi mordicchio la tutina,
e non mi annoio mai.
ho occhi grandi e fronte sporgente,
vorrei toccare il pancione giallo di quel signore.
faccio duemila facce, mi infilo un dito
in bocca e sorrido


23 giugno, lunedi pubblica amministrazione
portato portatile.
lavoro, adozioni a distanza, compleanni famosi.
lavoro di lima a parte, gran sonno. prostrante.
occhi che tendono a chiudersi, sorridendo vagamente.
non capisco come ne quando andare avanti. non lo capisco sulla carta.
stasera si canta, si lavora.

e tu? quando torni tu?

è normale guardare solo il peggio,
cosi spesso si migliora,
ma a volte si tratta anche solo,
di lasciar respirare il mondo.


20 fuori giugno.
fuori di qui, fuori da internet.
per vivere e non descrivere.
per affrontare i problemi,
per dare quello che è giusto.
per chiedere quello che è giusto.
un treno, e via
evvaffanculo tristezza

(mi devi un vhs)


19
delle domande.
quando sembra tutto girare storto, mai una volta che capisca cosa cambia, eppure.
un sogno di ieri forse, o le cose troppo oblique oggi.
l'ufficio e le strade, le persone fuori e dentro, obliqui, da guardare storti, nel mio simpatico flusso di negatività qualcosa, qualcosa...

nessuna spiegazione, nessuna comprensione.
va avanti il carrozzone
ovvio, obliquo.
piuttosto mi vendo.


18 giugno, chiedo aiuto?
magari;
lavoro salvami tu, che sei una sicurezza.

io: sto molto male, mi ignori
e: vivo, mi calpesti
ste: da noi l'aria è troppo condizionata
io: occhi grandi, testa piena
e: ti scrivo, non ti chiamo
ste: c'è speranza, io vado avanti.
io: allora forse c'è anche per me.
e: mi allontani
io: ho sete, innaffiami.

e: ti amo


17 giugno 2003
ho sognato di piangere a cena coi parenti,
diventare un grande attore, imparando da un grande attore,
di aver passato una mattina d'inferno fra malditesta e monitor.

deve andare cosi esia.
mi prenderò un po della soddisfazione
di qualche percentualiero filip morris,
che in vasca a bolle si gode le donne nude,
mentre il suo lardo stereotipato concima le discariche
in bidoni gialli bio-hazard.
avido di liquidi,
bevo.

tolte le ancore, addormentato il golem.
si salpa.


16 giugno, occhi
c'è creazione immensa, non canalizzata. non c'è tempo, non c'è utilità nel canalizzare adesso.
a te, purtroppo un pensiero frequente
per essere seguito


13 giugno, sogni reali
un piccolo miracolo, sei mesi dopo, come sei mesi prima.
una partita a scacchi vinta in due.
un progetto, per noi

un bel film, un motivo, per andare avanti.
un'ampia somatizzazione.


11 giugno, sempre più difficile, signore e signori
circo a tre piste, un giocoliere


10 giugno, impossibile

un amore più forte del caldo che ruba lo stomaco, non sento che c'è ma c'è, più forte dell'alienazione imposta come la realtà, che non vedo, come le mie parole che rubano tempi e spazi, ma escono, per fortuna escono.
è possibile non fare canzoni, ma illudersi, che si possa vivere.
col tuo aiuto,
col mio aiuto.

--
sollazzo


9 giugno
vattene lettore


8 giugno 2003

...e che 6


5 giugno 2003, giovedì
mi parla sempre di morti, forse per esorcizzare. io però ascolto con occhi grandi e di forma diversa ogni volta, mentre la vedo scaldarsi e commuoversi, lasciar correre tra le rughe qualcosa che non ha nome, io sento le mie sopracciglia distendersi e rilassarsi o costringersi in una tensione, che non spiego. a tavola con mia nonna è tutte le volte un corso di formazione aziendale, parla di torti non dimenticati, di salvezze da ritrovare, si sente la voglia di andarsene tranquilla senza lasciare rancori come quelli che si ritrova dentro. e per fare un cosa cosi, andarsene senza fare male, credo ci voglia una vita, ad ascoltare con occhi umili, ma attenti. questo blog infondo è nato per lasciare qualcosa di suo a chi non la conosce, intanto che c'è, e non dopo.

e più ancora che ai miei nonni è dedicato alla mia voglia di conoscerli, la voglia che mi fa imparare e beccare mazzate, o carezze. la voglia di conoscere un modo, una via, per correre su questo filo rosso.

a questa voglia impossibile, o arte marziale come la chiama il mio amore.


4 giugno 2003, bolli
magari fossimo stati bsonti pantera.

invece tranquillo molesto, con una canzone in testa. quella magia ancora non va via. sospetto che siano solo accordi ben arrangiati. ma c'è un momento, mentre la canto solo col piano (di preciso su "...wheeere") un due secondi di salto di terza forse, un buco fra cantato e suonato. un buco dove prendono spazio fantasie. mentre scendevo le scale il sospetto, nei beatles tante parole, tanto mistero. lo scherzo di un mago di borgo, che fa successo in tutto il mondo. (houdinì che si porta nella tomba i segreti per aprire le catene)


3 giugno 2003

come trovo le cose per caso con te.
il riccio



queste parole cercano d'essere sincere
Simone Righini 1998 - 2003