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8
giugno 2004
piantosemieaspettotroppopoco
(ricordi dal sogno di
ieri)
un
enorme gorilla meccanico comandato a distanza da un operatore
remoto che non si è visto... faceva acrobazie sospeso sulla capagna
enorme verdissima lunghissima, dai colori tenui dell'altaquota.
Il gorilla era attaccato ad una torre, la più alta torre. c'erano
due pennoni orizzontali ai quali il gorilla si aggrappava, e con
leggiadria insospettata per essere una macchina egli si destreggiava.
io guardavo la scena con la mia nuova ragazza.
trovata non so dove,
molto carina coi capelli lunghi mossi e rossi. e mentre la baciavo
su un prato, sentivo la sua paura e la mia sicurezza. anche il
brivido che non fa tremare del volere la carne altrui. ma anche la
remota accettazione, il suo remoto amore timido.
con gli amici guardavo la scena, e segnavo,
annotavo su un pezzo di
carta con una matita di cioccolato il prezzo per la mia permanenza
in quel posto, ospite. Un cioccolatino rosso al latte e uno bianco
fondente. avrei dovuto cercarli in lungo e in largo per quella
desolazione, e poi darli a lui.
Lui è una figura nascosta nell'ombra,
che non si rivela per tutto
il sogno. Solo un Padrone di casa gentile, accogliente, moderato.
la mia macchina aveva grossi problemi a funzionare, ma funzionava.
salita
perchè i film speciali mi ricordano te, e un
film cosi, dove lui alla fine muore, e lui nella mia testa
era una metafora del nostro amore, tho, morto anche lui.
Alle
non mi credeva quando gliel'ho detto. non è la
prima volta che succede ha detto, e non ha creduto ai
miei occhi mentre gli dicevo ma questa è una volta diversa.
o forse
ha creduto, e alla fine abbiamo cambiato argomento,
ma è già la seconda volta che andiamo al Mc in due giorni,
e ci sarà un motivo. mi fa male la gola come quando non dico
qualcosa.
La macchina sarebbe da portare dal meccanico.
forse ho preso una multa passando col giallo. a volte mi
fermo a pensare a te, quanto vedo le cose belle tipo il
film
di questa sera, o i bei film che abbiamo visto assieme,
che erano così magici quando li guardavamo assieme, e il
tempo passava, e poi si andava a letto, e qualche volta
si stava
abbracciati, e ci si svegliava col mal di collo.
e poi la giornata cominciava, in salita, colazione per
esempio, una cosa che non ho mai fatto, mai sopportato.
tanto
per dirne una, che non so se ti ho mai detto. la
mia giornata cominciava in salita e lo sapevamo tutti e
due, lo sapevi tu quando mi vedevi pensieroso, e mi
chiedevi
qualcosa non va? (No, no..) io mentivo, o forse non capivo
cosa non stava andando. la mia risposta era sempre no no,
va tutto bene. e pensavo. e prendevo il sole sul balcone.
è
tutto negli occhi di shultz, quando sono chiusi e senti
solo il ritmo, tra le note ripetute. il ritmo, e gli
occhi chiusi, di shultz. e poi mi si è riaccesa la luce.