o in teatro


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è per i parenti e gli amici.
vicini e lontani,

e per la mia donnina.
(che in dialetto sarebbe maschile, quindi lasciamola così).

in effetti è
non sarà perfetto quindi, ma daltronde questo
è solo uno stupido blog.
e adesso vado a fare il sugo con la cipolla.
che siamo in due.


27 gennaio

chi si rende conto ?


26 gennaio le 3 di notte.

di queste righe che parlano di mio padre non so cosa fare.
staranno al sicuro per un po. Poi le dimenticherò.
e poi salteranno fuori al momento giusto.

perchè tu ed io, ai nostri papà, gli vogliamo un bene della madonna.


25 gennaio, natale

ti svelo un segreto, io dall'occhio sinistro non ci vedo. L'occhio è in perfette condizioni, ma dalla nascita ho il nervo ottico atrofizzato. Atrofia, non ci vedo.

mi sposto strisciando i piedi verso l'infinito.
ce la prendiamo per le idiozie, ci prendiamo per mano.

"prima ho visto il mare,
poi ho visto una montagna.
C'erano molte persone,
salivano tutte su questa montagna.
come fanno nelle processioni.

c'era molta nebbia,
e non potevo vedere con chiarezza.
in cima c'era la morte"

Bruno aveva quarantun anni all'epoca.
recitava la parte di un ragazzino di sedici-diciotto anni.
e vedete? si muove come un ragazzino.


23 gennaio

è veramente enorme!
deve essere stato un uomo molto grande,
colui che l' ha costruita.
Mi piacerebbe conoscerlo

- Kaspar, un architetto non ha bisogno di essere grande come una torre. Ci sono le impalcature. Oggi, se vuoi, ti porto a vedere un cantiere.
Proprio dentro a questa torre, dietro a quella piccola finestra hai vissuto tu. Te lo ricordi?

No, non è affatto possibile. La stanza misura solo pochi passi

- Non capisco

Quando mi guardo intorno a me, dentro la stanza, sia a sinitra che a destra, in avanti e indietro, c'è la stanza.
Ma se mi guardo la torre...

- Non mettere sempre mi... mi...

...e poi mi giro indietro, allora non c'è più la torre.
Quindi, la stanza è più grande della torre.

- No Kaspar, così non va, bisogna che rifletti un po' di più sulle cose... che vuoi dire...?


20 gennaio.

Ognuno sulla carta d'identità ci può far scrivere quello che vuole. poi questo "qualcosa" può esserlo, o almeno provarci. si può anche avere paura di quanto è gigantesco il mondo, si può ricondurre ogni paura a quella della morte.

si può andare oltre.
Crescere a dismisura tenendo un occhio sempre attento alle piccole meraviglie della sabbia, degli insetti e dei colori.

e ci si sporcano le mani!

si può inizare a credere che quelle mani non siano sporche, ma fatte di quel "qualcosa" che sta scritto anche, se vuoi,
sulla carta di identità. piene di colori, terra e fiori che con l'acqua vanno via.

sulla tela il tempo secca la vernice, le fa cambiar colore.
il tempo, respiro dopo respiro,
mi fa capire quanto ti amo.


19 gennaio, lunedì

Caro Simone,
qui il mare splende la sera, le palme
sono esattamente come le immagini, ondeggiano,
sfregate dal vento tiepido e umido, accarezzate,
dalle note del mio stereo, dove suona la canzone
che ti mando, e che spero ti ricordi le
nostre chiacchierate, il nostro stare assieme.

Vorrei tanto tu sapessi che quella sensazione,
quell'intestino che segnala rosso e verde,
è sempre così anche qui, dall'altra parte del
mondo. E gli uomini, pescatori, passano e mi
guardano mentre ti scrivo sul portatile, e credo
ne abbiano parte anche loro, da smaltire, da
sciogliere e spremere, giorno e notte, in mezzo
al mare.


link all'estero del 16 genaio ore 1.18


Mancando fino ad ora collegamenti con la vita vera e facendomi piacere raccogliere un'iniziativa (via Max*), essendomi innamorato di una cosa scritta undici anni fa su fogli A4 impaginati e fotocopiati e vissuti nella provincia ...


ora copierò paro paro il contenuto di una lettera pubblicata su "il muretto e la panchina" - periodico di statica aggregata, senilità precoce e cronaca mondana - n1 - copia omaggio
del lontano 1993, e ancora oggi attualissimo.

Attenzione: so che non leggi mai ciò che segue la parola "attenzione", ma se ci riesci tieni presente che quello sotto è un testo scritto per la carta e non per il web, quindi necessita di una certa attenzione, rispetto e rielaborazione.

La polemica 2

Egr. professore,
volevo innanzitutto complimentarmi per l'idea di dedicare una parte della rivista alla posta: può infatti essere molto costruttivo avere a disposizione un angolino dove poter parlare di argomenti che per altre vie sarebbe molto difficile trattare. Detto questo, vorrei anch'io dire la mia sull'argomento serio del mese: il precoce invecchiamento morale e psicologico della compagnia. Lei potrà o meno essere d'accordo con me, e d'altra parte ognuno ha giustamente le sue opinioni, ma penso che poter esaminare diversi punti di vista possa essere molto costruttivo per farsi una propria personale opinione. Vedrò di non generalizzare troppo (anche perchè la rivistra tratta di un ben determinato gruppo di persone); se qualcuno si riconoscerà nelle mie parole, vorrà dire che ho centrato il punto. E spero che quei qualcuno decidano di farsi vivi su queste pagine non con l'intenzione di contrattaccare o di difendersi (non stiamo processando nessuno) ma con l'intenzione di creare insieme un discorso costruttivo che possa essere di una qualche utilità per tutti.
Bene, ecco la mia opinione.
Penso che ben pochi potranno non essere d'accordo sul fatto che l'ultimo anno abbia visto un generale stravolgimento del modus vivendi e dei rapporti interpersonali nella compagnia; intendiamoci, con questo non intendo assolutamente riferirmi alle morose: infatti erano già presenti anche prima senza che questo avesse influito, per cui non è questo il punto; I problema affonda le sue radici agli albori della compagnia. Ultimamente si sono andati sempre più sgretolando quei legami già esili che esistevano tra i vari membri della compagnia. Già, esili, perchè non siamo mai stati capaci di diventare veramente amici: siamo sempre stati un gruppo di conoscenti che si ritrovavano per trascorrere insieme un po' di tempo, per andare a ballare o al cinema insieme, ognuno chiuso in se stesso e incapace di guardare ai problemi di chi gli stava vicino. Forse perchè tutti cercavano di nascondere i propri problemi, per la paura di essere perennemente presi in giro. E non è un caso che i più tartassati fossero in fondo quei due o tre che avevano veramente capito il significato dell'amicizia (e non potrò mai rammaricarmi abbastanza di non essere stato tra questi) e non è quindi neppure un caso che, stanchi di essere presi a porte in faccia, abbiano deciso di farsi i fatti propri.
E così, tra prese in giro a volte pesanti e problemi nascosti, abbiamo trascorso l'adolescenza per arrivare alle porte dell'età adulta. Il risultato? Quando sono arrivati i primi veri problemi, non avendo nessuno con cui parlarne, qualcuno non ha trovato di meglio che aggiungere l'isolamento fisico a quello psicologico. Annoiato dalla vita, senza scopo e senza passioni, valori o ideali, non trova niente di meglio che compiere ogni giorno gli stessi gesti rituali.
Forse la compagnia non ha saputo rinnovarsi, ma come avrebbe potuto se ogni nuovo arrivato sbatteva regolarmente contro l'ostracismo di alcuni che vedevano in lui un potenziale concorrente alla "amicizia" creata con gli altri? E dove sono ora quei qualcuno? Erano così interessati all'amicizia che, una volta approdati ad altri lidi, hanno ben pensato di darsela a gambe dal gruppo e dai problemi che aveva contribuito a far nascere. E allora perchè prendere in giro Topo? Perchè all'epoca in cui se ne è andato era molto più maturo di noi e aveva capito come stavano veramente le cose nel nostro gruppo? Oggi che tutti lavorano, o studiano, o hanno altri impegni, il tempo a disposizione è necessariamente limitato per cui sarebbe auspicabile migliorarne la qualità. Anni fa bastava poco per divertirsi, oggi abbiamo bisogno di un'iniezione di fiducia, tra noi e in particolare in noi stessi: si vive una volta sola, e se tra qualche anno non vorremo avere più rimpianti di quanti ne abbiamo già ora, accogliamo la catulliana esortazione a vivere intensamente il presente. Con questo non intendo dire che la discoteca esotica e lontana sia un mito o il paradiso del divertimento, perchè per divertirsi può, e deve, bastare anche molto meno; no, è semplicemente l'indicatore della nostra vita: se siete in riserva, ritiratevi pure in eremitaggio dietro futili e fallaci motivi (tra amici veri sarebbe bastato dire la verità); io preferisco fare il pieno e ripartire.
L'invecchiamento fisico non può essere fermato, ma quello psicologico dipende da noi; solo alla morte (propria) non c'è rimedio, per cui siamo ancora in tempo. La sfida è lanciata: chi si sente appagato o sta aspettando con cristiana rassegnazione la ricompensa divina continui pure ad illudersi e si prepari ad una sgradita sorpresa.
Nuccio.

- Sono le ore 2.36 di notte e ho appena finito di ricopiare il testo della lettera di Nuccio. Preciso che la foto di copertina immortala Padella nella "spericolata impresa compiuta in gioventù quando ha compiuto senza macchia nè paura la temibile discesa del Castello in sella alla poderosa Manzolino a pedali".


la carta d'identità scaduta, ore 12.57

Non si può lasciarlo lì a raffreddare, e poi ammuffire. Se ti sei rotto le palle devi scriverlo. Anche se questo succede così tanto spesso da farti perdere la speranza.
Forse la mia vita è un continuo riciclo dello stesso momento.
Su professione stavolta ci metto Artista.


untitled 15 genuaro 3.03, notte fonda:

Come affogai l'angoscia nella vernice versata sulla moquette, restando senza cibo per la giornata e concedendomi solo ottanta grammi di tonno al naturale e cinquanta di fagioli borlotti.

Come l'angoscia rimase e come la strozzai con una sega.
Come in fondo passò una giornata senza che si potesse confermare l'esistenza di dio, nè la sua assenza.

Come lei mi fece sentire a casa, leggermente, alle 3.19.


martedì 13 gennaio 2004

- Oste una birra.
- Tò.

il ventilatore gira solitario e cigolante, sotto la luce gialla schifosa dei lampadari polverosi.

- li lavate mai questi bicchieri?
- e tu spazzi mai quel cesso?

Indica la mia bocca, vedo splendere nella sua un dente d'oro, misto alla saliva della grassa lingua, massa di robaccia marrone che mastica da ore.

- Tutte le sere, prima di fottere tua sorella...
Din diinn - ...Salve,

Fanno entrando, un quarantenne giovanile e un giovane in imbarazzo, alternati dal campanello fiacco sulla porta.
Li guardiamo esitare prima del bancone.

- Scusate, vorremo usare il biliardo

Sguaina charme e sorrisi a manetta, l'uomo, mentre il giovanotto sta in silenzio.
I baffi neri, lunghi e incazzati di 'Ntò spolverano i suoi pochi, gialli, denti.

- Nhz'. Ho appena messo i tappeti nuovi...

Seccato rantola, sibila. Scruta, annusa, forse addirittura pensa. Per quanto possibile infine gli si accende lo sguardo.

- Aahhh, Peppe Donato è vostro padre! Entrate entrate, con questo caldo porco conosco neanche gli amici!

E dai e dai, ha capito di chi era figlio.


11, 4.17 del mattino

C'era una volta una scatola di cioccolatini ordinati. Di tante
forme e colori, diversi, tutti cioccolatini. Tutti sicuri di
essere cioccolatini, e non qualcos'altro. Tutti incartati in
carte diverse, tutte diverse. Uno di loro non dormiva, uno non parlava, uno non si muoveva, uno non ci vedeva, uno non pregava, uno non sorrideva, uno non scriveva.
Ma tutti sapevano.

Che il buco del culo arriva per tutti? No. Molto meglio.
Tutti sapevano esattamente a cosa serve un cioccolatino.


10 gennaio, tre dipinti al sole.

- hai una possibilità, un tempo limitato.
per fare ciò in cui credi, per capire di cosa sei fatto,
per mettere a frutto i tuoi denari.
e per abbracciare un amore.

- invece immaginavo di essere una rock star sul palco, scatenato di poter fermare il tempo, per sbirciare nelle canottiere, e studiavo un piano per conquistare il mondo,
e poi venderlo.

- e cos'è questa foga di cantare sempre nella doccia?
e perchè non c'è il doppio pedale nella doccia?
preferirei un piedistallo col mio nome e una gabbia attorno,
o l'etichetta dimenticata nel mezzo della jungla?


9 che è anche venerdì, gennaio '04

di tutte le cose perse, e di tutte le cose false non dette.
Per ogni volta che mi sono sentito in imbarazzo, e qualcuno
potevare fare; qualcosa meglio di me.

qualcuno più alto, qualcuno più bravo, qualcuno con
più fantasia. per tutte le volte che qualcuno mi ha accolto,
con calde braccia enormi accoglienti, anche persone
mingherline, con abbracci accoglienti.

tutte le volte che penso agli amici che escono dai loro buchi
neri, con rabbia e coraggio e paura, assieme. E anche io
vorrei fare cosi, e anche io ogni tanto ci riesco.


6 gennaio '04

Tremenda e bellissima.


5 gennaio '04

ho risolto: godendo del presente.
ma chi non lavora, non fa l'amore!

disilluso, mi basta.

e progetto trampolini
e dimentico abitudini.

trovo imbuti sparsi per casa,
mi sveglio, e li raduno in un sacchetto.


2 gennaio '04

Sembra tutto un magna magna, un circolo, un qualcosa che si ripete, senza soluzione, con l'illusione delle continue soluzioni, con religioni, politiche e amori.

poi con amori lontanissimi e sentitissimi. con modini piccini
di sentire, sempre di più i sentimentini.
o terremoti, bestemmie, uragani e uragatti.

e invece gli artigli si consumano, i colori finiscono
come i films e le parole anche. ...anche loro

Allora una trottola si sposta in un verso, anche se gira gira.
se le fai una foto la vedi inclinata e nitida o mossa,
se in quell'istante ti sei sentito scarso come fotografo.




~1999 - 2004: Simone V.G. Righini