E allora
lotti,
mio capitano,
lotti e
sfasci le sartie e offenda gl'oceani se serve:
poi ammutini le voglie semplici
e tiri in ballo rotte improbabili,
disorienti le bussole del quieto navigare,
ordini comandi impossibili
e scovi i suoi più fedeli e cattivi dei marinai:
li raduni in coperta e li costringa
a seguirla verso la terra che lei ben conosce
-e che ora le sembra lontana:
ma non s'arrenda, signor capitano..
Stracci le mappe,
getti le sue mostrine e i suoi studi navali alle orche marine;
s'ha bisogno dell'anima più marcia e volitiva di un uomo
di quelli che fuman di più quando stanno male
di quelli che sfidano i propri sbagli,
di quelli che riscrivono le loro conclusioni ad ogni mattina.

Lo faccia nche per noi,
mi capitán,
che siam poi così ingenui e beffardi da credere
a chi scrive le canzoni e si disegna da solo l'ennesimoe e mai "ultimo
spettacolo":

"E non venite a dirmi
Adesso, lascia stare, che c'è la lotta,
e poi bisogna continuare
perchè se questa storia fosse una canzone
con una fine mia,
tu non andresti via,
tu non andresti via."


un abbraccio fraterno e mai militaresco,

il suo sotto-mozzo-cambusiere