La nostra stanza aveva una parete intera di libri, e il nostro letto una luminosa
trapunta gialla che sfumava nell'arancione e sembrava indiana. Sui divanetti bassi
stavano magliette, calzini, cuscini, videocassette da mettere a posto. Per terra
la mia valigia. C'era la moquette verde, e una scrivania pesante ed importante
in un angolo, dove di giorno ci lavoravo. Avevo tolto i sopramobili dalla libreria
e avevo messo alcune candele, un incenso, rametti di ulivo e ginestra. C'era un
armadio di stoffa e una cassapanca di legno dove avevo sistemato i suoi vestiti.
C'era un piccolo televisore in un angolo e accanto un vaso di ceramica che aspettava
dei fiori. L'unica finestra era sempre luminosa, fino al tramonto.
Qui stavamo io e Pizia. Un po' sulla poltrona da scrivania, un po' sui divanetti,
un po' sull'uscio al sole, un po' per terra. Sul letto no.
A volte quando lui tornava facevamo l'amore sulla moquette, e poi la doccia. Oppure
andavamo a fare la spesa, e lui comprava pesche sciroppate e yogurt di soya, pasta
integrale e coca cola. Poi stavamo di sopra, con la sorella, a cucinare insieme,
a mangiare insieme, a guardare insieme un po' di tv sul divano. A lui non piaceva
Sex and the city, allora si girava dall'altra parte oppure faceva il buffone per
avere su di sè l'attenzione: rideva a vuoto, si faceva fare il solletico,
gridava, faceva le smorfie e mi abbracciava finchè non finivamo di stancarci.
Poi loro due fumavano l'ultima sigaretta seduti nel balconcino al buio, parlando
sotto voce delle loro cose e a me piaceva stare tra fratello e sorella. Pizia
in posizione Sfinge davanti alla ringhiera, fissava il giardino di sotto seguendo
movimenti a noi oscuri.
Poi noi due ce ne tornavamo di sotto, a parlottare sotto le coperte, con una abat-jour
accesa. A volte scrivevo fino a notte fonda col portatile caldo sulle gambe, mentre
lui mi dormiva accanto con un braccio attorno alla pancia. Altre volte ci guardavamo
negli occhi perchè ancora non ci sembrava vero, poi facevamo l'amore rimanendo
al buio a parlare sempre meno, oppure a leggere, finchè io scivolavo nel
sonno perdendomi i pezzi e la prossima volta avremmo dovuto rileggere lo stesso
capitolo da capo.